Da vetrinista sconosciuto a protagonista di una copertina di Time nel 1982 grazie a Richard Gere che indossò i suoi abiti in “American gigolò”.
Giorgio Armani:il re della moda è sempre sul trono.
In tempi di grandi incertezze nel settore, lo stilista italiano è ancora proprietario del suo brand, fedele alla sua storia. I direttori creativi vanno e vengono dalle case di moda, le proprietà dei brand cambiano da un gruppo all’altro, ma il re della moda è per fortuna sempre lì, saldo al suo trono. Anche le sue creazioni, i suoi abiti, le giacche, i completi e gli accessori, sono una certezza, confortante per oggi, ma che sanno guardare al futuro.
La produzione di Armani spazia fra abiti di ogni genere, cominciando dalle giacche, di cui rivoluziona il design: nascono così le giacche destrutturate, emblema assoluto del suo stile. La giacca diventa la protagonista del tailleur di taglio maschile che Armani disegna per le donne.
Ispirato al cinema in bianco e nero, ed alle atmosfere dell’America degli anni venti e trenta, il suo stile sceglie tagli nitidi e puliti e toni di colori freddi: il beige, il grigio, anche se è soprattutto il blu-Armani a contraddistinguere la sua produzione. Un’ altra fonte di grande ispirazione per Armani è la cultura orientale e araba. Vengono infatti introdotti in alcuni capi colletti alla coreana e cappotti simili a “djellaba” (tradizionale tunica indossata da tribù del deserto), messi in commercio nel 1990, in contemporanea all’uscita nei cinema di Il tè nel deserto.
Giorgio Armani, in quarant’anni di attività, è sempre stato un indiscusso sovrano delle passerelle italiane, illustre portavoce dell’orgoglio del Made in Italy in tutto il mondo, stilista capace di evolversi ma sempre fedele alla sua linea, alla sua idea di stile. Classica e incrollabile, come lui.
Angela Catania